
Prime tensioni tra Boris e Theresa sulla politica estera
Il premier prende le distanze dal capo del Foreign Office che ha bollato l'Arabia Saudita come il «burattinaio» del Medio Oriente: le frizioni tra i due potrebbero influenzare Brexit.
Un blog di Gabriele Carrer
Il premier prende le distanze dal capo del Foreign Office che ha bollato l'Arabia Saudita come il «burattinaio» del Medio Oriente: le frizioni tra i due potrebbero influenzare Brexit.
Dopo una settimana di dubbie ricostruzioni a favore della soft Brexit, è intervenuto Pasquale Terracciano: «Johnson ha scelto di non parlare della libertà di circolazione».
Le frizioni all'interno del Partito conservatore e tra Regno Unito ed Unione Europea raccontano il momento di stallo di Brexit mentre i britannici guardano all'Irlanda.
Ieri il dibattito al Parlamento britannico con il ministro degli Esteri Boris Johnson: «Dove sono gli attivisti di Stop The War contro i crimini russi ad Aleppo?»
Se la conferenza laburista è stata un revival degli anni Settanta, quella dei conservatori è sembrato un inno alla gioia.
Scrive lo Spectator che l'Occidente viene maledetto sia che agisca, sia che rimanga fermo. Ma il Regno Unito del post-Brexit deve tornare protagonista nel mondo. A partire da Aleppo.
"Brexit nel 2017", l'annuncio del ministro degli Esteri e la smentita del primo ministro. Voglia di uscire si scontrano contro i timori di un'uscita troppo frettolosa.
di Patrick Hannaford, pubblicato il 31 luglio su The Federalist. Gli elettori del Regno Unito hanno scosso il mondo quando il 23 giugno hanno votato...
Theresa May, ministro agli affari interni del governo Cameron, ha annunciato dalle pagine del Times di questa mattina che correrà per la leadership del Partito...